Damages, campionario di malvagità

Scout, tu sei troppo piccola per capire certe cose, ma in paese fanno un sacco di chiacchiere su quell’uomo, e dicono che non dovrei darmi tanto da fare per difenderlo. È un caso fuori dal comune… il processo sarà celebrato solo nella sessione estiva. Il giudice Taylor è stato così gentile da concederci un rinvio. – Se non dovresti darti tanto da fare per difenderlo, perché lo difendi, allora? – Per varie ragioni – rispose Atticus. – La principale è che se non lo facessi, non potrei più andare in giro a testa alta. Non potrei rappresentare questa contea all’assemblea dello Stato. – E perché no? – Perché non potrei, Scout. Vedi, Scout, a ogni avvocato capita almeno un caso, nella vita, che lo coinvolge personalmente. A me è capitato questo, immagino. Può darsi che tu senta in proposito delle brutte chiacchiere, a scuola, ma tu fa’ una cosa, per me; tieni la testa alta e i pugni bassi, qualsiasi cosa ti dicano. (Harper Lee, Il buio oltre la siepe)

A me i libri, i film e le canzoni mi hanno rovinato. Quando ho letto di Atticus Finch, e poi l’ho anche visto interpretato da un Gregory Peck, mi sono fatto l’idea – ovviamente del tutto sbagliata – che gli avvocati dovessero essere tutti come lui. Guidati dall’etica e dal senso dell’onore, costi quel che costi, perché l’importante era poter girare a testa alta. Certo, direte voi, eri poco più di un bambino, sei scusato, non ci pensare più. E invece no: il fatto è che io queste cose le penso ancora adesso. Intendiamoci, lo so che il mondo è esattamente il contrario di come sono convinto che debba essere, ma ammetto che ancora oggi non me ne faccio una ragione. E non sono bastati tutti i libri di Scott Turow e quelli di John Grisham a farmi cambiare idea. C’è un omino che vive nella mia testa che mi dice non ti preoccupare, sono queste le eccezioni, gli avvocati sono tutti come Atticus Finch! Il massimo che posso concedere a un legale, sia pure di fantasia, è Lionel Hutz: non di più. Ecco perché ci vado piano con le serie legal: perché sono una personcina sensibile e delicata (leggi: fesso). Però adesso Amazon Prime Video ha recuperato le stagioni di Damages, e siccome non vedo in giro che se ne parla quanto si dovrebbe, mi tocca e quindi vi tocca. Cominciamo a dire che si tratta di una serie vecchia: cinque stagioni, dal 2007 in poi, e vi anticipo che l’ultima fa veramente schifo, dalla prima fino all’ultima inquadratura: e quando dico che fa veramente schifo, vi prego di credermi sulla parola. Il fatto è che c’è Glenn Close, che è perfetta nel ruolo dell’avvocato d’assalto Patty Hewes. Ora, non so se avete mai visto Il diavolo veste Prada (David Frankel, 2006), in cui Meryl Streep interpreta una stronzissima Miranda Priestly, che mette letteralmente in croce chiunque le capiti a tiro, con una marcata preferenza per la sua giovane assistente, interpretata da Anne Hathaway. Beh, paragonata a Patty Hewes, Miranda Priestly è un misto tra la Fata Turchina e Mary Poppins, però più buona e sdolcinata. E nessuno mi leva dalla testa che Glenn Close abbia visto il film della Streep e si sia detta: ah, e questa sarebbe una stronza, cara Meryl? Adesso ti faccio vedere io come si interpreta una vera stronza!

Certo, è tutto nella sceneggiatura, ci mancherebbe, ma la Close esagera, gigioneggia, si esibisce in un campionario di smorfie tra il malvagio e il satanico da far invidia a un Carmelo Bene ubriaco e incazzoso. Il fatto è che la Close è un’attrice talmente brava che se lo può permettere: alla fine, la sua caricatura (perché quello è, una caricatura) funziona benissimo. Ogni volta che entra in scena scatta la sospensione del giudizio: la sua Patty Hewes è il Lex Luthor degli avvocati famelici, solo che qui manca Superman. Ecco perché recensisco una serie che è già vecchia, e che precede il boom della serialità: perché all’epoca non si aveva paura di esagerare, e non erano ancora entrati in azione gli imbecilli dell’audience via streaming: Damages sta alle serie moderne come i film di John Ford stanno al cinema che è venuto poi. Grandi sceneggiature, ottima regia (perfino il mio odiatissimo Mario Van Peebles riesce a frenare la sua orrida vena registica) e un cast davvero spettacolare. C’è Rose Byrne, bellissima, e che in questi anni purtroppo abbiamo potuto apprezzare solo in Mrs. America. C’è uno spettacolare (davvero, credetemi) Zeljko Ivanek (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Banshee, True Blood). C’è Timothy Oliphant dopo Deadwood e prima di Justified. C’è un Ted Danson che regala spessore a un personaggio che chiunque altro avrebbe toppato. C’è William Hurt, c’è Judd Hirsch, c’è Michael Nouri di Flashdance, c’è Tom Noonan, c’è David Costabile di Billions. Quindi, se non l’avete vista, rimediate subito. Damages, su Prime Video.