Le “Mille e una notte” di Isabel Allende

Ogni volta che penso a te ti vedo così, ci vedo così, fissati per sempre su quella tela, invulnerabili alla corrosione della cattiva memoria. Posso divagarmi a lungo su quella scena, fino a sentire che entro nello spazio del quadro e non sono più colui che osserva, ma l’uomo che giace accanto a quella donna. Allora si spezza la simmetrica quiete del dipinto e sento le nostre voci vicinissime.
“Raccontami una storia,” ti dico.
“Che storia vuoi?”
“Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno”.

Se siete in procinto di partire per le vacanze e non sapete quale libro mettere in valigia, se avete poco tempo per leggere e un romanzo vi sembra troppo lungo, se preferite racconti veloci ma avvincenti, Eva luna racconta di Isabel Allende, pubblicato per la prima volta nel 1991, raccoglie ventitré storie di amore, passione e violenza, popolate da personaggi a tinte forti e attraversate da un filo sottile e misterioso.

Una versione moderna delle Mille e una notte, solo che qui la voce narrante non è quella di Scheherazade, ma di Eva Luna, la protagonista di uno dei romanzi più famosi della scrittrice cilena nata in Perù. Una bambina, figlia di diseredati e destinata al mestiere di serva, che affronta con fantasia e ribellione il mondo oppresso dalla dittatura e divorato dall’ingiustizia in cui vive.

Ma di Eva Luna in questa raccolta c’è solo la voce. Mentre è presente il protagonista passivo, Rolf Carle, il suo amante, un fotografo segnato dagli orrori della guerra che, dopo aver fatto l’amore, mentre riposano a letto le chiede di raccontargli una storia che non ha “mai raccontato” a nessuno.

Ed ecco dipanarsi racconti capaci di commuovere, fare ridere o piangere, lasciare senza fiato fino a quando non si arriva alla fine. Storie che si susseguono veloci, come quella della ragazza che porta il nome di Belisa Crepuscolario “non per certificato di battesimo o trovata di sua madre, bensì perché lei stessa l’aveva cercato fino a scoprirlo e a indossarlo”. Cresciuta in un povertà, un giorno vede un giornale e scopre che “le parole vagano libere senza padrone, e chiunque può con un po’ di abilità impadronirsene e farne commercio”. E lo trasforma nel suo mestiere: scrive e vende parole, lettere, documenti a chiunque glieli chieda. Fino a quando un colonnello non la fa rapire perché, le dice, vuole diventare presidente sfruttando il suo dono. E la storia prende una piega inaspettata.

Oppure Hortensia, tenuta per quarantasette anni prigioniera in un sotterraneo abbandonato. Quando viene tirata fuori dalla “tomba” in cui era rimasta sepolta, nuda, i capelli bianchi lunghissimi, ai giornalisti che vengono da ogni parte del Paese per fotografarla non sa dire il suo nome e come è arrivata lì.

Ed Elena Mejìas, la bambina solitaria che vede la sua mamma sconvolgere le regole della pensione che gestisce per ospitare un uomo, l’Usignolo, che canta di notte e dorme di giorno. E lo odia, perché occupa tutto lo spazio della casa e tutta l’attenzione di sua madre. Fino a quando “un caldo pomeriggio di domenica, quando non c’era nulla da fare e le ore parevano prigioniere fra le pareti della casa, Juan José Bernal apparve nel patio con la sua chitarra, si installò su una panca sotto il fico e cominciò a percuotere le corde. Il suono attirò tutti gli ospiti, che si andarono affacciando ad uno ad uno, prima con una certa timidezza, senza capire la ragione di tanto baccano, ma poi afferrarono entusiasmati le sedie della sala da pranzo e si accomodarono attorno all’Usignolo”.

Elena comincia a sentire le parole di disperazione di quelle canzoni e i lamenti della chitarra con ogni fibra del corpo, come una febbre. Si innamora dell’amante di sua madre e, nelle torride sieste della pensione inventa misteriose cerimonie che conducono entrambi sull’orlo dell’abisso.

Ma c’è anche l’uomo che, nel fragore di una violenta battaglia, tra le fiamme e gli spari violenta una ragazza e ne uccide il padre. Vivrà perseguito dal rimorso fino a tornare sul luogo del delitto, dove la donna lo aspetta per vendicarsi.

E ancora tanti altri straordinari personaggi, come Riad Halibì, l’arabo dal cuore compassionevole, la Maestra Ines, il Benefattore e altri che chi ha letto Eva Luna già conosce.

Tutte storie unite da un sottile filo narrativo dove al tono contenuto del racconto fanno da contrasto la ricchezza delle immagini, l’esuberanza degli scenari e la stravaganza delle passioni che determinano tanti destini.