Ma la regina lo guardava “The Crown”?

C’è un gioco – chiamiamolo così – che mi diverto regolarmente a fare: chiedere a me stessa e agli altri: Che cosa immagini di guardare e riguardare in Tv se un giorno che ti trovassi a letto in una casa di riposo per anziani?

Il pensiero, forse un po’ malsano, mi venne anni fa quando scoprii che in America esisteva un canale dove mandavano in loop vecchie serie Tv, da Bonanza a M*A*S*H, che andava per la maggiore nelle residenze, appunto, per anziani.

Se dovessi scegliere oggi, in cima alla lista ci sarebbero: Star Trek: The Next Generation, Better Call Saul e The Crown (Il “problema” è che Star Trek: The Next Generation in 7 stagioni mise insieme il considerevole numero di 178 episodi che rende il binge watching in loop, considerato anche un tocco di demenza senile, più gestibile. Mentre gli episodi di The Crown sono solo 50 – che diventeranno 60 al termine della sesta e ultima stagione – e solo 3 in più quelli di Better Call Saul).

Il 9 novembre è stata rilasciata, su Netflix, la quinta stagione di The Crown, a quasi due mesi precisi dalla morte di Elisabetta II che, tra le altre cose, si è portata nell’aldilà la risposta alla domanda che tutti gli appassionati della serie e non solo si sono sempre fatti: Lei l’ha mai guardata? E se sì che effetto le ha fatto?

Imelda Staunton nel ruolo di Elisabetta II nella quinta stagione di “The Crown”

Speculando verrebbe da dire che almeno una puntata deve averla vista: come resistere alla tentazione? Oltretutto, proprio in questa quinta stagione vediamo la regina in versione telespettatrice alle prese con un televisore antiquato che fa fatica a gestire e, al suo fianco, un giovane principe William che fa il possibile per darle una mano.

Mentre, in un’altra scena, una delle mie preferite, Elisabetta II siede sul divano, il televisore davanti a sé e al suo fianco un plebeissimo Tupperware di plastica dal quale estrae pezzetti di formaggio come una qualunque “casalinga disperata”.

Ma, tornando a questa quinta e penultima stagione, diciamo, intanto, che riparte da dove si era conclusa la quarta, nel 1990, con la crisi ormai irreparabile anche se non ufficiale del matrimonio fra Carlo e Diana e le dimissioni della premier Margaret Tatcher (interpretata meravigliosamente da Gillian Anderson).

L’annus horribilis – il 1992 – parole della regina stessa, è alle porte, con ben tre coppie al capolinea (Carlo e Diana, il principe Andrea e Sarah Ferguson e la principessa Anna che lascia Mark Phillips per risposarsi con l’ammiraglio Timothy Laurence), le recriminazioni della sorella Margaret che l’accusa di avere sacrificato la sua vita impedendole di sposare il suo grande amore, il colonnello Peter Townsend.

E, tanto per non farsi mancare niente, una fase di gelo nella sua relazione con il principe Filippo, sempre con le valige in mano verso qualunque destinazione che lo porti sufficientemente lontano da Buckingham Palace, e il 20 novembre, anche l’incendio che distrusse buona parte del Castello di Windsor.

La principessa Diana (Elizabeth Debicki) e il principe Carlo (Dominic West)

Il cast, poi, è tutto nuovo. Con un nuovo giro di sostituzioni per seguire il naturale invecchiamento dei personaggi reali. La nuova regina Elisabetta II, che era interpretata da Claire Foy nella versione giovanile e da Olivia Colman in quella “mediana”, è Imelda Staunton.

Mentre la principessa Margaret (precedentemente impersonata da Vanessa Kirby e, quindi, da Helena Bonham Carter) è Lesley Manville. Quanto al principe Filippo, il terzo passaggio di testimone, dopo Matt Smith e Tobias Menzies, tocca a Jonathan Pryce. Mentre, per quanto riguarda i “giovani”, le sostituzioni si fermano a due ciascuno: per Carlo, da Josh O’Connor a Domic West. Per Diana, da Emma Corrin a Elizabeth Debicki. E per Camilla Parker Bowles, da Emerald Fennell a Olivia Williams.

Tutto il cast sta già lavorando alla prossima stagione, la sesta, che sarà anche l’ultima. Andare oltre, in effetti, sarebbe complicato anche per un genietto come il creatore della serie Peter Morgan. Troppo risicata la distanza tra i fatti e la loro rappresentazione.

Elizabeth Debick è Diana nella quinta stagione di “The Crown”. Qui con indosso il famoso “revenge dress”

Già la quinta è un pochino meno divertente delle precedenti perché chi ha almeno una trentina di anni ricorda in presa diretta tutta una serie di dettagli dal Tampax Gate al revenge dress di Diana, a, ovviamente, la sua morte insieme al compagno Dodi Al-Fayed il il 31 agosto 1997.

Anche per questo, per chi, come me, non è così appassionato di reali britannici, gli episodi più riusciti della quinta stagione di questa soap opera di lusso sono quelli che riguardano personaggi o situazioni di cui la stampa dell’epoca si occupò relativamente meno: dalla storia della famiglia Al-Fayed, cui è dedicato un lungo flashback che ripercorre la scalata del padre di Dodi, Mohamed (l’imprenditore egiziano che, nel 1979, acquisto il leggendario Hôtel Ritz di Parigi e, nel 1985, i grandi magazzini Harrods a Londra, nell’intento, anche, di conquistarsi una sedia accanto alla sovrana in poche occasioni mondane) o il rapporto tra Elisabetta II e il premier John Major.

Tutto il resto è (quasi) cronaca.