Nell’ultima parte della torrenziale narrazione a fumetti che la vede protagonista, Lady Oscar, la popolare eroina del manga Le rose di Versailles, e poi del fortunatissimo anime, arriva a incontrare Napoleone Bonaparte. Ci troviamo nell’imminenza del giuramento della Pallacorda, e Riyoko Ikeda, la creatrice del manga Le rose di Versailles, immagina che l’attenzione della sua bionda eroina venga attirata dalla figura di un giovanissimo ufficiale d’artiglieria dal contegno serissimo, magrissimo e dal viso affilato, cui chiede di favorire nome e grado: naturalmente, il nome di Napoleone Bonaparte non le dice nulla (siamo a giugno 1789, e Napoleone, nato il 15 agosto 1769, non ha ancora vent’anni), ma la donna resta colpita dagli occhi del ragazzo: «Quello sguardo !Q, afferma, sarebbe capace di congelare chiunque nell’intimo più profondo. Mi ricorderò di te. Quelli sono gli occhi di un’aquila, di un imperatore» (Cfr. R. Ikeda, Le rose di Versailles, Manga j-Pop, 2021, vol. IV, pp. 206-208). A dispetto di quanto si ripromette di fare, l’eroina di Riyoko Ikeda non avrà modo di ricordarsi del giovane artigliere, perché l’autrice la fa perire pochi giorni dopo durante l’assalto dei rivoluzionari alla Bastiglia.
Ma su Napoleone, Riyoko Ikeda ritornò a oltre dieci anni dalla fine delle Rose di Versailles: il risultato fu il monumentale Eroica. La gloria di Napoleone, attualmente disponibile in 12 volumi (Magic Press). Riyoko Ikeda (1947), tra le più famose e prolifiche autrici giapponesi di manga, dopo il clamoroso successo di Versailles No Bara negli anni Settanta, da grandissima appassionata di storia e di storia francese qual è (le è stata conferita anche la Legion d’Honneur per il suo impegno nella diffusione della cultura francese nel mondo) aveva subito pensato di dedicarsi a raccontare come si conclude la Rivoluzione francese, ovvero l’ascesa di Napoleone e la sua caduta. In particolare, l’interrogativo che l’autrice si poneva era: come mai l’Impero di Napoleone era crollato con tanta facilità? Ma quello era un compito troppo arduo per una ragazza di soli 26 anni: era come, dice la Ikea, «pensare di scalare l’Himalaya senza addestramento e senza un adeguato equipaggiamento»: servivano lunghe ricerche, studi e una mole imponente di documentazione storica; mentre, quando iniziò l’avventura di Versailles no Bara la Ikeda aveva in mano poco più che biografia di Maria Antonietta di S. Zweig (Maria Antonietta. Una vita involontariamente eroica), e la sua idea era quella di rendere la sfortunata regina protagonista della sua opera. In origine, in verità, l’autrice, studentessa di filosofia che abbandonò l’Università per dedicarsi alle matite, come dichiarato in una intervista del 2019, aveva un intento leggermente diverso: raccontare la vita militare dell’esercito in Francia. E in Eroica questo interesse si ritrova pienamente, data la maniacale precisione con cui sono restituiti all’occhio del lettore interni, divise, decorazioni, copricapo dei soldati (elemento che già troviamo nelle sue opere dei primi anni Ottanta).
Eroica inizia nel 1795, quando, nella Parigi del Dopo Termidoro, una volta che si è insediato, in apparenza saldamente, il Direttorio, uno squattrinato Bonaparte, ufficiale radiato dai ranghi ed ex giacobino, riceve una proposta di impiego da Barras, impressionato da come il giovane Napoleone aveva liberato l’anno prima il porto di Tolone. Accanto a Napoleone, in Eroica si trova un ancor più squattrinato Alain Soisson, che, insieme con i personaggi di Bernard Châtelet e Rosalie, rappresenta un filo di continuità con Le Rose di Versailles.
E già nel corso del primo volume vediamo entrare in scena Joséphine, la bellissima vedova del generale Beuharnais, di sei anni più matura di Napoleone, che egli sposerà tre giorni prima di partire per la Campagna d’Italia. Nello sviluppo della storia, vediamo Napoleone percorrere tutte le tappe della sua irresistibile ascesa, sino alla conquista del titolo di Imperatore: il volume 8 è in questo senso fra i più curati e impegnativi, con le complesse grafiche relative all’incoronazione (ovviamente, mutuate da David) sino alla battaglia di Waterloo ricreata con una acribia impressionante nel volume 12. Ma, a dimostrazione che qui c’è materia non solo per una “banale” opera di intrattenimento, ma c’è molto di più, dopo la conclusione del manga propriamente detto, con la morte a Sant’Elena e il ricordo della solenne traslazione dei resti dell’Imperatore a Parigi nel 1840, Riyoko Ikeda fa seguire un lungo Diario di viaggio sulle orme di Napoleone, pubblicato per la prima volta sui numeri 2-4-5 dell’edizione giapponese di Marie Claire, e una nutrita biografia, a segnalare la complessità dell’ispirazione e della passione che hanno sostenuto questo progetto. Insomma, dalla Corsica e Parigi e ritorno, passando per il Giappone.