Dedicato a chi ha fatto binge watching con “Squid game”

Ho sempre amato i puzzle. Hanno tutti una particolarità: di qualsiasi dimensione siano, sono da buttare se manca anche un solo minuscolo pezzo. Quello che sublima l’insieme. Che segna lo scopo ultimo del tempo che gli abbiamo dedicato“.

Ilan Dedisset ha un talento per gli enigmi: li risolve tutti. Da quando, però, è rimasto orfano, non riesce a decifrare un messaggio cifrato lasciatogli da suo padre. E dire che è importante: i suoi genitori erano scienziati e sono scomparsi in circostanze misteriose. Ilan è convinto che qualcuno li abbia uccisi, e che dietro il puzzle lasciatogli da suo padre ci sia la chiave del mistero.

Una mattina Ilan viene svegliato dal telefono che squilla: è Chloé, la sua ex fidanzata, che ha appena trovato la via d’accesso a “Paranoia”, un gioco di realtà alternata al quale tutti gli appassionati del genere vorrebbero partecipare, anche perché per i vincitori è previsto un montepremi talmente ricco da potersi sistemare per tutta la vita. Chloé lo convince a partecipare.

Altrove, in un ospedale psichiatrico, un giovane di nome Lucas Chardon parla con la sua psichiatra: finalmente è pronto a rivelare come sono andate le cose il giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre. Quella mattina, la polizia lo ha arrestato dopo aver scoperto otto cadaveri in un rifugio di montagna. Chardon era lì con loro, ricoperto di sangue e privo di memoria.

Lucas Chardon e Ilan Dedisset sono i protagonisti di Puzzle, il romanzo dell’ingegnere e scrittore francese Frank Thilliez, edito da Fazi Editore (500 pag., 18,50 euro) e uscito il 31 ottobre.

Un thriller psicologico, la cui trama si compone pagina dopo pagina come un puzzle, man mano che i protagonisti risolvono gli enigmi di “Paranoia” e quelli delle loro vite.

Un romanzo che tiene incollati i lettori fino all’ultima riga, nonostante il finale un po’ scontato: non è difficile indovinare come andrà a finire, ma bisognerà comunque mettere insieme tutti i tasselli prima di arrivare alla conferma che sia proprio quella la soluzione del mistero.

Lo sa bene Ilan Dedisset che, per anni ha partecipato a giochi di realtà alternata, ma da tempo ha smesso di giocare, si è “disintossicato”. Ora lavora in un’area di servizio per automobilisti. Ma non ricorda come ha trovato questa occupazione, allo stesso modo in cui gli sfuggono molti particolari della sua vita negli ultimi anni: Ilan ha vuoti di memoria, a volte ha l’impressione che qualcuno sia entrato nel suo cervello e abbia sostituito i suoi ricordi con altri che non gli appartengono. E se fosse davvero così?

Ilan ha il sospetto che qualcuno lo segua, che entri nella sua casa di nascosto, frughi tra le sue cose. Teme che a farlo siano le persone che hanno ucciso e fatto sparire i suoi genitori. Lo confida alla sua ex fidanzata, Chloé, che però è troppo presa da “Paranoia” e alla fine lo convince a non lasciarsi sfuggire l’occasione di vincere un montepremi di oltre 300mila euro: è convinta che insieme potranno farcela, anche perché lui è davvero dotato nella ricerca di indizi.

Peccato che, man mano che si addentrano nel gioco, Ilan si accorge che qualcosa non va. Tanto per cominciare, il processo di selezione è inquietante e, quando finalmente con Chloé riescono a entrare nel gioco e vengono prelevati e portati in un ex ospedale psichiatrico isolato tra le montagne, Ilan sospetta che gli altri concorrenti non siano stati scelti a caso. Così come sospetta che non sia un caso se, durante il viaggio, abbiano dato un passaggio a un sospetto assassino di nome Lucas Chardon. Ma chi è questo killer? Qual è, se ce l’ha, il suo ruolo dentro “Paranoia”?

Le regole del gioco, poi, sono preoccupanti. La prima: “Niente di quello che stai per vivere è vero. Questo è un gioco“. La seconda: “Uno di voi morirà“. Infatti, due giocatori improvvisamente scompaiono e Ilan Dedisset si trova a dover decidere se vale la pena rischiare la vita per un gioco.

Ma forse è troppo tardi perché, nel frattempo, gli enigmi che ha svelato e quelli che è ancora chiamato a risolvere lo trascinano sempre più dentro gli abissi del gioco e anche della sua memoria. Fino al colpo di scena finale.