Il tempo della poesia/6

Continuiamo con la nostra rubrica dedicata alla poesia. Gisella Genna, giornalista e poeta (al fondo, la sua biografia), sceglie una volta al mese un paio di testi di un autore o di un’autrice che ama. Questa volta, si tratta di Goliarda Sapienza di cui trovate qui una nota biografica.

L’autrice

Goliarda Sapienza (Catania 1924, Gaeta 1996) è stata un’attrice di teatro e del cinema neorealista italiano, poetessa e scrittrice. Ha lavorato, tra gli altri, con Luchino Visconti, Luigi Comencini, Citto Maselli. La sua prima prova autoriale è la raccolta poetica Ancestrale, scritta nel 1953 ma pubblicata postuma da La vita felice nel 2013. Il primo romanzo è Lettera aperta (Garzanti 1967), cui seguono Il filo di mezzogiorno (Garzanti 1969), L’Università di Rebibbia (Rizzoli 1983), Le certezze del dubbio (Pellicanolibri 1987) e, postumi, L’arte della gioia (Stampa Alternativa 1998), Il destino coatto (Empirìa 2002), Io, Jean Gabin (Einaudi 2010), Il vizio di parlare a me stessa (Einaudi 2011), La mia parte di gioia (Einaudi 2013), Elogio del bar (Elliot 2014), Tre pièces e soggetti cinematografici (La vita felice 2014) e Appuntamento a Positano (Einaudi 2015).

 

I testi scelti da Ancestrale (2013)

Un’altra fiaba

I corpi disseccati dei defunti
s’aggirano intorno a noi. Nelle sere
ci camminano a fianco per la strada
si piegano su noi quando leggiamo
ci guardano da lontano se parliamo
con l’amica, sedute fuori dall’uscio.
Hai paura del loro
sguardo d’un tempo?
Anch’io ho paura ma temo
anche di respirare nel sonno
per non disperdere
all’aria la carta velina dei loro
visi intenti al nostro sostare
fra l’alba e il giorno di questa
ora carnale.

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A mia madre

Quando tornerò
sarà notte fonda
Quando tornerò
saranno mute le cose
Nessuno m’aspetterà
in quel letto di terra
Nessuno m’accoglierà
in quel silenzio di terra

Nessuno mi consolerà
per tutte le parti già morte
che porto in me
con rassegnata impotenza
Nessuno mi consolerà
per quegli attimi perduti
per quei suoni scordati
che da tempo
viaggiano al mio fianco e fanno denso
il respiro, melmosa la lingua

Quando verrò
solo una fessura
basterà a contenermi e nessuna mano
spianerà la terra
sotto le guance gelide e nessuna
mano si opporrà alla fretta
della vanga al suo ritmo indifferente
per quella fine estranea, ripugnante

Potessi in quella notte
vuota posare la mia fronte
sul tuo seno grande di sempre
Potessi rivestirmi
del tuo braccio e tenendo
nelle mani il tuo polso affilato
da pensieri acuminati
da terrori taglienti
potessi in quella notte
risentire
il mio corpo lungo il tuo possente
materno
spossato da parti tremendi
schiantato da lunghi congiungimenti

Ma troppo tarda
la mia notte e tu
non puoi aspettare oltre
E nessuno spianerà la terra
sotto il mio fianco
nessuno si opporrà alla fretta
che prende gli uomini
davanti a una bara

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Gisella Genna è nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista e docente, si occupa di moda. A marzo 2020 è uscita per Interno Poesia la sua prima raccolta in versi Quarta stella. Si sono occupati della sua poesia blog letterari e riviste cartacee e online tra cui La Lettura – Corriere della Sera, la Repubblica, Atelier, La dimora del tempo sospeso, Carteggi Letterari, Il Rifugio dell’Ircocervo, Rai Poesia, Inverso, e altri.