Il coraggio di vivere di Jeanie e Julius

I gemelli Jeanie e Julius sono sempre stati “diversi”. A 51 anni vivono ancora con la madre, Dot, nell’isolamento rurale e nella povertà.

Il loro cottage è allo stesso tempo la loro armatura contro il mondo e il loro santuario. Separati dal resto del mondo, trascorrono le giornate a coltivare l’orto, allevare galline, a produrre quasi tutto ciò di cui hanno bisogno per il sostentamento. Il resto lo acquistano con i soldi che guadagnano vendendo un po’ di frutta e verdura in un negozio locale. E, nonostante la loro dimora sia fatiscente, con il bagno esterno, nonostante la miseria e l’isolamento in cui vivono, sembrano felici.

Ma quando Dot muore improvvisamente, la sopravvivenza dei due gemelli è messa alla prova. Di fronte al rischio di perdere tutto, Jeanie e Julius devono combattere, mentre un po’ alla volta vengono alla luce i segreti della madre, cosa che li costringe a rimettere in discussione ciò che fino ad allora avevano creduto persino su loro stessi e le loro vite.

L’autrice de Il coraggio di vivere (appena pubblicato da Mondadori) è la scrittrice britannica Claire Fuller, di cui in precedenza era uscito in Italia I nostri giorni infiniti sulla bizzarra estate di una bambina di 8 anni che, nel 1976, viene “strappata” alla sua quotidianità londinese dal padre che la porta con sé in una baita nella Foresta Nera.

Una “vacanza” che invece di protrarsi per alcune settimane, durerà per anni. Una storia tutto sommato simile a quella de Il coraggio di vivere. Anche in questo caso, infatti, Fuller parla di isolamento, di paura del mondo esterno, di un tempo sospeso.

E, infatti, nonostante Il coraggio di vivere sia ambientato nel presente, nella prosa c’è una qualità senza tempo. E se non fosse che a un certo punto si parla di telefoni cellulari, la vicenda avrebbe potuto svolgersi in qualunque altro momento della contemporaneità.

Una dimensione atemporale questa, che riflette la vita nella fattoria che Dot, Julius e Jeanie hanno vissuto, negli ultimi quattro decenni, da quando il padre è morto improvvisamente, un evento traumatico che ha avuto ripercussioni a lungo termine sulla famiglia e sulle loro vite.

Il romanzo della Fuller è un libro sul dolore e sui segreti, ma anche sulle persone invisibili. Coloro che trascorrono la vita nel loro isolamento o che non sono viste dal resto della comunità intorno a loro.

Persone percepite come strane, diverse, gente dalla quale è meglio tenersi alla larga. O che, come la fragile Jeanie, preferiscono stare chiuse nel loro piccolo mondo. Perché ciò che è fuori, una realtà piena di compiti insormontabili, spaventa.

In questo senso, Il coraggio di vivere è quasi un romanzo di formazione. Anche se i due protagonisti che si troveranno costretti ad affrontare il mondo altro sono adulti sulla cinquantina, restano comunque infantili e, per certi versi, innocenti, inesperti nelle abilità di base e incapaci di farsi strada nel mondo.

Toccherà a Jeanie mostrare inaspettatamente una spina dorsale d’acciaio e un grande coraggio per mettere in salvo se stessa e suo fratello.

Con sullo sfondo alcune splendide rappresentazioni della natura – il libro si apre con la magnifica descrizione di una nevicatai due personaggi si scavano una via d’uscita dalla vita oscura e chiusa che hanno condotto e cercano di trovare qualche raggio di sole, conducendo il lettore in un viaggio spaventoso e scomodo verso la verità e la possibilità di ricominciare.

Nell’oscurità c’è la luce, e Fuller ce lo rivela gradualmente, con questa storia elegante e avvincente. Di amore, risentimento e trionfo sulle avversità.