La prima atmosfera è di Furore. La carestia, l’improvvisa miseria, i camion carichi di tutto ciò che si può portar via da casa sono quelli che aveva raccontato Steinbeck nel 1939. Compresa la fuga verso quella che si crede essere la “terra promessa”, la California, che le promesse poi non le manterrà.
Ma mentre gli amici e i vicini se ne vanno, nella Hobart che racconta Lo scivolo di luce di Luca Saltini (Direttore artistico con Simona Mirata del Mompracem festival dedicato alla letteratura e alle arti per i bambini e i ragazzi. E protagonista della giornata del 5 maggio con firmacopie del libro) la famiglia di Jack decide di resistere. E tutto cambia.
Gli ingredienti della fiaba
Le tempeste di sabbia che avvolgono la cittadina dell’Oklahoma la trasformano così nella location perfetta per un’altra storia. Una storia di ritorno al futuro. Che ruota intorno a un misterioso scienziato italiano, Manfredo Puricelli, a una villa in cui nessuno dovrebbe avere accesso, all’incontro con Jack Nolan, dodicenne dalla curiosità (e dal fisico) ideale per intraprendere l’avventura del libro. Con l’apporto – come in ogni favola che si rispetti – di un prezioso aiutante, il massiccio e determinato mister Smith.
Inseguimenti, botte in testa, rapimenti, bande di “cattivi”: gli elementi ci sono tutti. Esclusa la violenza pesante, perché qui nessuno deve finire ucciso.
Scelta importante: se i ragazzi destinatari del romanzo nelle immagini video sono quotidianamente esposti a morti truculente (e nei games a improbabili resurrezioni), Saltini scrivendo preferisce tratteggiare un mondo in cui la paura della morte (propria ma anche altrui: lo sguardo di Jack è sempre aperto agli altri) esiste, è una cosa seria di cui non si dà gioco.
Tra passato e presente
Il gioco lo si ritrova invece nell’avventura continua per salvare la formula di quello “scivolo di luce” che il professor Puricelli ha inventato e che permette quegli spostamenti nel tempo e nello spazio che tanta parte hanno avuto – da sempre – nella produzione fantascientifica.
Con il corollario di un interrogativo che ha affascinato lo stesso Stephen King di 22/11/’63: se riesco a tornare indietro nel tempo e a cambiare qualcosa di orribile che è successo, poi quali saranno le conseguenze e le ripercussioni sul mondo di oggi?
Là l’interrogativo riguardava l’assassinio di John Kennedy, qui è la formula della grande scoperta. Perché la scienza – abbiamo imparato – non è mondo neutrale, e nelle mani predatorie con cui deve fare i conti Puricelli rischia di diventare strumento pericolosissimo.
In attesa di una nuova avventura
Lo scienziato ne è consapevole, ma il vero ruolo del salvatore non può che toccare a Jack. Il quale, festeggiato da tutti a termine impresa, conclude: “Mi rimaneva solo un dubbio: cosa si sarebbe inventato di nuovo il professore? E, soprattutto, perché, mentre noi festeggiavamo, aveva fatto salire Lucy su una bilancia e stava verificando quanto fosse alta?”.
Lucy è la sorella invadente del ragazzino. E il finale non può che annunciare una nuova storia. Perché – come sa bene chi ama leggere – quando si gira l’ultima pagina di un bel libro non si desidera altro che aprirne un’altra, scoprire un nuovo spazio per il gioco, l’avventura, il sogno.