Il tempo della poesia/10

Ultimo appuntamento con Le poesie scelte da Gisella Genna, giornalista e poeta (al fondo, la sua biografia) per i lettori di Tortuga magazine. Questa volta ci fa scoprire l’opera della poetessa Piera Oppezzo. Sotto due suoi testi, preceduti da una nota biografica.

 

L’autrice

Nata a Torino nel 1939, Piera Oppezzo si trasferisce verso la metà degli anni ’60 a Milano, dove rimarrà fino alla sua morte, avvenuta nel 2009; attiva sulla scena politica come militante extraparlamentare e femminista, svolge diversi impieghi sviluppando parallelamente da autodidatta il suo percorso di scrittura poetica. Nel 1966 esce per la Collana Bianca di Einaudi la sua prima raccolta, L’uomo qui presente.

Le sue poesie appaiono su diverse riviste e antologie italiane e straniere, tra cui Donne in poesia (Savelli, 1976).

Altre sue opere pubblicate: le raccolte Sì a una reale interruzione (Geiger, 1976), Le strade di Melanchta (Editrice Nuovi Autori, 1987), Andare qui (Manni, 2003) e i romanzi Minuto per minuto (La Tartaruga, 1978) e A note legate (Corpo 10, 1991). Due raccolte postume, a cura di Luciano Martinengo, sono uscite nel 2016 per Interlinea (Una lucida disperazione) e nel 2021 per Interno Poesia (Esercizi d’addio, poesie inedite 1952-1965).

 

 

Due poesie scelte (Da Una lucida disperazione)

 

Consenso (Da L’uomo qui presente, 1966)

Nel nostro spazio sempre interamente presenti
non soggiogati dalla memoria
non affranti da alcuna tensione

il dramma può accadere
se per una connessione di fatti accadrà
ci investirà completamente
completi acconsentiamo ad ogni cosa.

Avevamo possibilità di essere felici
lo siamo con sicurezza
oltre l’aspettativa anche se brevemente

questo perché la realtà
può superare qualunque immagine
in tutti i suoi momenti
offrirci una sintesi.

 

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La grande paura (Da Donne in poesia, 1976)

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.

Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.

Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.

All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

 

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Gisella Genna è nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista e docente, si occupa di moda. A marzo 2020 è uscita per Interno Poesia la sua prima raccolta in versi Quarta stella. Si sono occupati della sua poesia blog letterari e riviste cartacee e online tra cui La Lettura – Corriere della Sera, la Repubblica di Bari, Atelier, La dimora del tempo sospeso, Carteggi Letterari, Il Rifugio dell’Ircocervo, Rai Poesia, Inverso, e altri.