Il tempo della poesia/3

Terza puntata della nostra rubrica dedicata alla poesia. Tortuga ha chiesto a Gisella Genna, giornalista e poeta (sotto la sua biografia), di scegliere ogni volta per noi un paio di testi di un autore che lei ama e che le piace condividere (e chissà che vi venga il desiderio di scoprirne di più).

Solo le poesie, senza commento.

L’autore

Mario Benedetti (Udine 1955, Piadena 2020), voce imprescindibile della poesia italiana contemporanea, è stato poeta, insegnante e ha tradotto l’antologia poetica di Michel Deguy, Arresti frequenti (Sossella 2007).

È stato tra i fondatori delle riviste di poesia Scarto minimo (Padova 1986-1989) e Arsenal littératures (Brest 1999-2001) e negli anni ha pubblicato le seguenti raccolte: I secoli della Primavera (Sestante 1992), Una terra che non sembra vera (Campanotto 1997), Il parco del Triglav (Stampa 1999), Borgo con locanda (Circolo Culturale di Meduno 2000), Umana gloria (Mondadori 2004), Pitture nere su carta (Mondadori 2008), Materiali di un’identità (Sossella 2010), Tersa morte (Mondadori 2013), Questo inizio di noi (Nuovi argomenti 2015). Nel 2017 è uscito il volume antologico Tutte le poesie (Garzanti).

 Le poesie scelte 

Log, Ambleteuse (da Umana gloria, 2004)

Un bianco dove non si mette niente,
di notte
si vede una pagina di Nerval,
il sangue di Esenin, una baita, la strada nuda di una frontiera,
un bungalow sulla costa.

Non è mai tornare se diventa che mi vedi leggero.
La mano attraverso le case è dirti «guarda»
e già ti sporgi sul mare.
E la primavera gira gli occhi nella primavera
se ti dico «guarda quante eriche».

Difendimi, difendi questa notte bianca,
il giorno ripetuto nel pensiero.
Log, Ambleteuse,
colpi dei piedi sulla strada, facce piene di vento scuro,
i nostri visi nelle mani,
il vento negli occhi chiusi per pensarlo.

E un albero di fiori
sale sullo slargo con la marea
perché la mano è così, amore,
lei va alta fra i tuoi capelli.

 


 

(da Tersa morte, 2013)

Quegli anni non sono mai stati per te che non ci sei più.
Le parole in fila mostrano la pioggia sulla strada e nei campi.
Gli occhi che guardano scriverle non ci saranno. La strada
ha gli alberi lontani, l’erba è alzata a respirare, a respirare
come uno di noi. È giusto che io non veda questo mai più.

 


Gisella Genna è nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista e docente, si occupa di moda. A marzo 2020 è uscita per Interno Poesia la sua prima raccolta in versi Quarta stella. Si sono occupati della sua poesia blog letterari e riviste cartacee e online tra cui La Lettura – Corriere della Sera, la Repubblica, Atelier, La dimora del tempo sospeso, Carteggi Letterari, Il Rifugio dell’Ircocervo, Rai Poesia, Inverso, e altri.