Come dovrebbe essere una buona libreria? Che tipo di storie troverà sullo scaffale il lettore curioso che si prende il tempo per lasciarsi stupire dall’abbondanza dei libri? Il modello tradizionale del commercio al dettaglio può essere applicato alle buone librerie?
Questi sono alcuni degli interrogativi che hanno mosso Jeff Deutsch, direttore della Seminary Co-op Library di Chigaco, a scrivere La libreria dei sogni possibili. Guida per esploratori di storie e scaffali, edito in Italia da Feltrinelli nel 2023.
La riflessione dello scrittore e libraio verte attorno al fatto che pare impossibile coniugare la vendita di buoni libri in modo serio con un modello economico redditizio.
Tra dati interessanti e considerazioni sociologiche, Jeff Deutsch ci fa scoprire come la Seminary Co-op sia diventata la prima libreria no-profit con la missione di vendere libri.
Per farlo ci elenca le caratteristiche delle buone librerie, una zona franca dove darsi il tempo di esplorare sé stessi.
La serendipità della consultazione
Queste due dimensioni, lo spazio e il tempo, in una buona libreria si dilatano e rallentano.
Una buona libreria offre al lettore lo spazio per la consultazione e il tempo per divagare tra i libri, con la figura del librario presente, ma sempre discreta.
La Seminary Co.op, che oggi offre una delle più grandi collezioni al mondo di libri accademici, è nata nello scantinato di un seminario e ora si trova ad Hyde Park, restando però fedele a questo principio: dare la possibilità di perdersi tra i libri.
Oggi le librerie, con l’avvento dei colossi dell’e-commerce, non sono certo il modo più economico di procurarsi qualcosa da leggere, qual è dunque il loro valore? “Il valore risiede (…) nell’esperienza di stare tra i libri, un’esperienza concessa a chi entra in quello spazio con curiosità e tempo a disposizione” spiega l’autore.
“La ricompensa è la scoperta, non di ciò che pensiamo di volere, ma di ciò che dobbiamo ancora trovare. Se un algoritmo può suggerire un libro che probabilmente ci piacerà in base a chi siamo stati o a ciò che un inserzionista potrebbe indurci a pensare di volere, nulla può sostituire l’atto della consultazione che ci aiuta a scoprire chi siamo o chi potremmo diventare”.
Per afferrare appieno la straordinaria possibilità di scoperta che la consultazione offre, l’autore approfondisce il concetto di serendipità, che lo studioso Sean Silver descrive come “la scoperta di qualcosa di utile mentre si è alla ricerca di qualcos’altro”.
“I lettori saggi hanno un talento nel trovare il libro giusto al momento giusto: sono cercatori eccellenti e sanno che la sapienza raramente dona ricompense immeritate” prosegue Deutsch “In un certo modo, le scoperte avvengono perché siamo alla ricerca di qualcosa. È semplice. Se la serendipità è la scoperta di qualcosa di utile mentre si è alla ricerca di qualcos’altro, il consultatore esperto non si preoccupa nemmeno del fatto che ci sia qualcos’altro di cui andare a caccia”.
Un’abbondanza tra cui perdersi
Come spiega l’autore, una buona libreria deve contenere moltitudine, tra titoli noti e titoli ancora da scoprire.
I libri sono moltissimi e la Seminary Co-op ne ospita circa 100.000: per leggerli tutti servirebbero circa 2.000 anni.
Caccia al libro
Qui entra in gioco la fondamentale figura del libraio, per fare una selezione di ciò che vale e aiutare il lettore a incontrare il suo libro. “L’abbondante raccolta di una buona libreria, tuttavia, si fonda sulla cernita: la potatura ha la sua importanza”.
Questo è uno dei motivi per cui è importante che sopravvivano le buone librerie: continuare a garantire alla comunità l’opera di setaccio che porta i libri sugli scaffali e offrire uno spazio per la consultazione dove coltivare i desideri.
L’autore riporta una citazione di Francesco Petrarca, scrittore con una fame insaziabile di libri. “I libri ci offrono un godimento profondo, ci parlano, ci danno consigli e ci si congiungono, vorrei dire, di una loro viva e penetrante familiarità. A chi legge non offrono soltanto sé stessi, ma suggeriscono anche nomi di altri e ne fanno venire il desiderio”.
Il metodo no profit
Una buona libreria abitata da sogni e desideri non può vendere semplicemente merce, ma si rifà all’economia del dono, ecco spiegato il nuovo modello adottato dalla libreria diretta da Jeff Deutsch. “La Seminary Co-op ha scelto il sistema della libreria senza scopo di lucro la cui missione è la vendita di libri. Piuttosto che fare affidamento sul modello di vendita al dettaglio – comprare a buon mercato e vendere a prezzo rincarato – il nostro nuovo modello si rifà alle modalità di finanziamento dell’economia del dono come esempio di impresa che vogliamo tentare”.
La costruzione di una comunità
Le buone librerie costruiscono una comunità e sono costruite dalla comunità al tempo stesso.
Se la gioia della scoperta avviene in privato, il confronto e il dialogo sono il naturale proseguimento della consultazione.
Siamo tutti librai
“La buona libreria è uno dei luoghi in cui tenere una discussione pubblica, esplicita o tacita che sia, che un lettore dialoghi con un libraio o con un altro cliente su un libro o una raccolta di libri per i quali condividono interesse o grazie ai quali passano in rassegna diverse prospettive; (…)”.
Ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. “Per chiarirci, la libreria non è un posto per qualsiasi cosa. Non è Internet, in cui a ogni idea o pensiero viene dato viene dato il suo spazio, indipendentemente dalla qualità, o dall’odio e dalla falsità dei contenuti. Le selezioni del librario devono filtrare sulla base della qualità e di un certo insieme di criteri (…) che contribuiscono a formare un discorso inclusivo, intellettualmente onesto e consapevole dei molteplici usi dei materiali in una vita intellettuale di ampio respiro (…)”.
Cosa c’entra quindi una buona libreria con la costruzione di una comunità? Jeff Deutsch non ha dubbi: siamo tutti librai, perché se vogliamo costruire una comunità e sostenere il dialogo, “la responsabilità di mantenere fiorente una libreria seria deve ricadere su tutti noi”.