Un siciliano alla scoperta del mondo

Una casa mondo”. È quella in cui Costanza Quatriglio è cresciuta e che racconta nel documentario Il cassetto segreto, appena presentato alla Berlinale e al cinema dal 18 aprile.

La casa di Palermo da cui suo padre partiva alla scoperta del mondo che, poi, raccontava nei suoi articoli, reportage. E che fotografa e filmava, per “fermare l’attimo” come spiega lei.

Tornare nella casa dell’infanzia

Costanza è la figlia di Giuseppe Quatriglio, giornalista, scrittore, “instancabile ricercatore di cose siciliane”, come lo definiva l’amico Sciascia, che dalla Sicilia era partito giovanissimo con una borsa di studio per studiare giornalismo e che nella sua Sicilia era tornato.

Come ha fatto lei quando, per qualche qualche mese, nel 2022, 5 anni dopo la morte del padre, ha deciso di rientrare nella casa della sua infanzia con la camera da presa per raccontarne la memoria e l’immenso materiale raccolto nella sua lunga esistenza dal padre.

La regista Costanza Quatriglio

Avevo deciso di donare la sua biblioteca e il suo archivio alla Regione Siciliana”, racconta. “E i bibliotecari e le archiviste dovevano venire in casa per occuparsi della precatalogazione dei libri e la schedatura di fascicoli e faldoni”.

L’archivio “segreto” del padre

Ma aprendo quel “cassetto segreto” – in realtà molti – la regista ha trovato qualcosa che ha sorpreso persino lei e che l’ha spinta a fare questo documentario. Il padre, noto giornalista culturale, aveva meticolosamente conservato 60mila negativi fotografici scattati a partire dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore. “Ho capito che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che parlava non solo di lui ma della storia di noi tutti”.

Giuseppe Quatriglio

Nel documentario tanti e diversi i materiali montati con cura e con affetto. Si vedono, per esempio, video in cui Costanza “interrogava” il padre sui suoi viaggi e sui suoi incontri oppure inquadrava con la telecamera i suoi libri e le sue carte: “Avevo fatto quelle riprese tra il 2010 e il 2011 senza avere un’idea di come le avrei usate o se mai lo avrei fatto. Ma le ho sempre custodite come se in qualche modo, da qualche parte, sapessi già che stavo costruendo una memoria di lui che avrebbe un giorno, a tempo debito, trovato anch’essa la propria casa”, spiega.

Dall’America al Belice

Ma, forse, l’aspetto più straordinario de Il cassetto segreto è che proprio grazie all’enorme quantità di immagini, tra video e fotografie, accumulate da Giuseppe Quatriglio nel corso di decenni, la figlia è stata in grado di realizzare un documentario che racconta un’epoca utilizzando il materiale proveniente da un solo archivio privato, quello di suo padre appunto, “un’opportunità davvero rara, se non unica”, dice.

Dall’America degli anni Cinquanta al festival di Taormina dove conosce e fotografa Cary Grant, dall’incontro con Enrico Fermi, sempre negli Stati Uniti, alle chiacchiere con il poeta Ignazio Buttitta e con Renato Guttuso, dal reportage sul muro di Berlino a quello sulle rovine dopo il terremoto del Belice.

Su e giù per il ‘900, su e giù per il mondo.