La magia senza fine di Maria Callas

Il 2 di dicembre Maria Anna Cecilia Sofia Kalogheropoulou, alias Maria Callas, avrebbe compiuto cento anni.

Mentre Atene celebra la ricorrenza dell’“usignolo greco” che ha rivoluzionato il mondo della lirica con un museo a lei dedicato, anche Milano fa la sua parte.

L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella consacrazione della Callas e se il debutto è avvenuto alle Terme di Caracalla di Roma è indubbio che il Teatro alla Scala è stato il perno attorno al quale ha ruotato gran parte della carriera del soprano che per prima divenne una “celebrity” anche giù dal palco.

Due mostre imperdibili sulla Divina

Il capoluogo lombardo omaggia la Divina con una serie di iniziative, ma due sono le mostre che vi suggeriamo di mettere in agenda.

Siamo – neanche a dirlo – in piazza della Scala. Prima di entrare nel teatro, fermiamoci alle Gallerie d’Italia: in una delle sale del museo, con pareti color carta da zucchero che esaltano le foto in bianco e nero, è allestita l’esposizione fotografica Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, curata da Aldo Grasso (aperta al pubblico fino al 18 febbraio).

La collezione di immagini in bianco e nero

Premessa necessaria: Publifoto è stata la prima agenzia giornalistica privata a operare in Italia e dagli anni Trenta agli anni Ottanta ha nutrito le redazioni di giornali e rotocalchi con scatti da copertina sui protagonisti della politica, dello spettacolo, dello sport e della società del tempo.

L’Archivio Publifoto, che rischiava di andare perduto ma è confluito poi nelle collezioni permanenti di Gallerie d’Italia di Torino, ha registrato, solo su Maria Callas, centinaia di scatti. Questo per dare un’idea di quanto i paparazzi del tempo seguissero il soprano quando ero fuori scena, appagati da una turbolenta vita sentimentale che dava loro sempre materiale per gossip (il matrimonio infelice con Giovanni Battista Meneghini, il divorzio, la liason con l’armatore greco Onassis che la lascerà per impalmare Jackie Kennedy e poi ancora l’amore impossibile per Pier Paolo Pasolini).

Una vita in venti scatti

In mostra, ci sono una novantina di fotografie, alcune anche inedite che ripercorrono la vita di Maria Callas dal debutto alla Scala fino alla sua uscita di scena, passando per i giorni difficili del divorzio fino agli incontri, prima clandestini poi sempre più glam con Onassis. Si arriva alla fine degli anni Sessanta, alla vigilia del triste ritiro parigino e ancora oggi, in questi scatti in bianco e nero, lo sguardo di Maria Callas, le sue acconciature, il suo modo di vestirsi ipnotizzano chiunque.

La mostra dedicata a Maria Callas al Museo del Teatro alla Scala

Fantasmagoria Callas

Usciti dalle Gallerie d’Italia, basta attraversare la piazza e varcare la soglia del Museo del Teatro alla Scala che ospita fino al 30 aprile Fantasmagoria Callas.

Una mostra a cura di Francesco Stocchi con allestimento di Margherita Palli, che esplora attraverso diversi linguaggi di cinque creativi contemporanei il mito di Maria Callas, restituendo il ritratto di un’artista completa in grado di fondere canto e recitazione in una combinazione unica che l’ha resa un’icona senza tempo, suscitando già quando era in vita l’interesse e l’ammirazione di artisti, studiosi, cineasti e letterati che ne hanno trasportato l’aura ben oltre i confini del teatro.

Gli omaggi da Giorgio Armani a Mario Martone

A quarantasei anni dalla sua scomparsa, il Teatro alla Scala omaggia l’artista che ha indissolubilmente legato il suo nome alla Scala interpretando tra il 1950 e il 1961 qualcosa come 23 titoli d’opera in 28 spettacoli.

L’omaggio di Giorgio Armani

L’esposizione è suggestiva e stimola tutti i sensi: si comincia, in un’ambiente dalle pareti scure, con un abito appositamente creato da Giorgio Armani ispirandosi alla passionalità della Callas, nella stanza a fianco il compositore contemporaneo Alvin Curran ha ideato una sala in cui riecheggia una suggestiva musica mentre negli ambienti adiacenti sono esposti un lavoro di Francesco Vezzoli, da sempre sedotto dall’immagine di Maria Callas, e una struggente installazione di Latifa Echakhch che simbolizza le lacrime della soprano.

Il corto-omaggio alla cantante diretto da Mario Martone e interpretato da Sonia Bergamasco

Il percorso si chiude con un raffinato cortometraggio firmato da Mario Martone e interpretato dall’attrice Sonia Bergamasco.

Il mito di Maria Callas ci pare più vivo che mai.