L’amicizia futuristica di Fortunato Depero e Gilbert Clavel

La mostra di questa settimana ci racconta di un’amicizia molto speciale tra uno dei grandi protagonisti del Futurismo, quel Fortunato Depero (1892-1960) che è stato pittore, illustratore, scenografo e costumista di Rovereto e Gilbert Clavel (1883-1927), studioso coltissimo e stravagante di Basilea.

Una “strana coppia”, di cui vale la pena raccontare la storia. Per farlo, siamo andati a visitare il m.a.x museo di Chiasso, dove la direttrice Nicoletta Ossanna Cavadini ha curato, insieme a Luigi Sansone, l’originale esposizione Fortunato Depero e Gilbert Clavel futurismo=sperimentazione. Artopoli (fino al 7 aprile, catalogo Skira) che ha un titolo squisitamente futurista.

200 i pezzi tra opere e documenti

Complici il Museo Mart di Rovereto e l’Archivio di Stato di Basilea, in un percorso espositivo di quattro sale e duecento opere viene analizzato il sodalizio artistico tra Depero e Clavel, diversi per provenienza e formazione, ma di indole simile. Entrambi anticonformisti, aperti alle novità, desiderosi di sperimentare, attratti da tutto ciò che rappresenta il movimento, l’innovazione, il rifiuto dell’istituzione.

Fortunato Depero e Gilbert Clavel in una fotografia del 1917

Sala dopo sala, attraverso quadri, bozzetti, studi, schizzi, dipinti, marionette, arazzi, fotografie vintage, lettere e diari privati impariamo a respirare l’aria del primo decennio del secolo scorso: è infatti nel 1916 che Fortunato Depero a Roma conosce Clavel.

Capri e l’utopia di Artopoli

I due si rivedono dopo poco a Capri che in quegli anni è un “covo futurista”, un rifugio per un’enclave di intellettuali (Filippo Marinetti in primis, in fuga dal conservatorismo imperante).

Villa La Saida di Clavel durante quelle calde estati diventa un caffè letterario aperto a tutti: insieme a Depero, arrivano Julius Evola, Enrico Prampolini, Pablo Picasso, Jean Cocteau.

Per gli artisti futuristi Capri dovrebbe diventare la nuova Artopoli, una città delle arti aperta all’accoglienza di chiunque abbia un talento e voglia esprimerlo: Marinetti e la moglie, Benedetta Cappa, sono la coppia leader di quel movimento che vuole portare sotto la luce partenopea tutta l’energia del Futurismo.

Due visionari che si incontrano

Clavel è incantato dal gruppo e nella prima sala della mostra al m.a.x museo vediamo una serie di opere di vari artisti di quel periodo che ci raccontano sotto quali ottimi auspici nacque l’amicizia tra Depero e lo svizzero.

Lavorarono infatti insieme – e la seconda sala della mostra ne propone i risultati – al progetto dei Balli Plastici, una sorta di messa in scena teatrale in cui marionette meccaniche disegnate da Depero animano una favola musicata.

Il risultato, come si vede dalla suggestiva messa in scena nel museo di Chiasso, è di sorprendente modernità, forse eccessiva per l’epoca: l’ “esercito di marionette” create da Depero andrà in scena in un sorta di “teatro plastico” a Roma, ma faticò ad essere apprezzato dal grande pubblico che preferiva le performance degli attori in carne e ossa.

I costumi per il balletto che non andò mai in scena

Anche i costumi plastici disegnati da Depero su commissione del celebre impresario russo Serge Diaghilev (che con i suoi balletti russi aveva incantato il pubblico di Roma) non ebbero successo: ancora una volta il futurista italiano era “troppo avanti”.

A Chiasso troviamo nell’ultima sala un ricordo di questa sfortunata esperienza con la compagnia russa: un arazzo di Depero proveniente dal Mart è stato cucito da Rosetta, moglie dell’artista, proprio con parti del tessuto in pannolenci con cui il futurista aveva immaginato i costumi mai realizzati (i ballerini li criticarono per la scomodità).

L’amicizia con Clavel, intanto, continua.

L’italiano e lo svizzero fanno anche delle vacanze insieme e nei difficili anni Venti Clavel incarica Depero di illustrare una sua novella onirica (titolo: Un istituto per suicidi) che era una forma di ironica critica alla società benpensante.

Nella sala finale della mostra vediamo le illustrazioni in bianco e nero di Depero, finite poi in un volume che ebbe tiratura limitata e fu osteggiato durante il periodo del Ventennio Fascista.

E, poi, l’amicizia si interrompe

Molti anche i ritratti che Depero dedicò in quegli anni all’amico, un uomo dall’intelligenza vivace ma cui era toccato in sorte un corpo molto malato (soffriva di una grave forma di cifosi e di malattie reumatiche).

I suoi ritratti geometrici e l’ombra, a forma di gobba, che spesso lo accompagna, testimoniano il fraterno legame tra i due.

Nel 1922, e qui si chiude la mostra, il legame improvvisamente si interrompe: Depero smania per nuove collaborazioni e non s’intende più con Clavel sui progetti da condividere.

Anche il clima artistico e politico è profondamente cambiato. Lo svizzero Clavel sarebbe morto presto, mentre Fortunato Depero era pronto a diventare il campione del Secondo Futurismo Italiano.