“La torre nera” compie quarant’anni

Da qualche parte, mentre scriviamo, Stephen King è a New York, nella casa della rosa. Vi si trova attraverso gli occhi di un lettore immerso tra le pagine della Torre Nera, la sua serie fantasy, con pennellate di horror e western, che in otto libri racconta di un mondo fantastico dove un pistolero ha come unico scopo nella vita quello di raggiungere una torre proibita, e dove lo stesso autore appare tra i personaggi.

Il primo volume, L’ultimo cavaliere, è stato pubblicato nel 1982, quarant’anni fa. Ma fu concepito molto prima: tra il 1966 e il 1967, quando ancora diciannovenne King lesse la saga del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e se ne innamorò. “Non mi misi subito a scrivere”, racconta lo scrittore nell’introduzione dell’Ultimo cavaliere, “mi ero lasciato catturare (e con totalità commovente) dalla sua straordinaria immaginazione e dall’ambizione del suo narrare, ma volevo scrivere una storia mia mentre, se mi ci fossi messo allora, avrei scritto la sua”.

La copertina italiana del primo capitolo della saga

Quattordici anni dopo, complici anche letture come il poema Childe Roland alla Torre Nera giunse di Robert Browning e The Waste Land di Thomas Stearns Eliot, e la visione di un film come Il Buono, il Brutto ed il Cattivo di Sergio Leone, nasce il Medio-Mondo: una terra un tempo meravigliosa, governata con saggezza dai discendenti del leggendario re Arthur Eld, ormai devastata da secoli di guerre e ribellioni.

Un mondo organizzato politicamente secondo le linee di una società feudale, con caratteristiche sociali e tecnologiche del vecchio West americano e dove sopravvivono anche poteri e reliquie magiche di una società scomparsa da tempo. Corruzione, trasformazioni e sconvolgimenti rischiano di distruggerlo. Ma c’è un pistolero, Roland Deschain, l’ultimo cavaliere discendente da Arthur Eld, pronto a morire per salvarlo.

Roland è ossessionato dalla Torre Nera, sulla cui sommità, secondo una leggenda, esiste una stanza proibita dalla quale sarebbe possibile guarire il Medio-Mondo ed evitarne la fine. Per raggiungerla, il pistolero intraprende un lungo viaggio avventuroso, ostacolato da un famigerato “uomo in nero” e da forze che cercano di distruggere la torre e anche una bellissima rosa che cresce in un piccolo lotto di terra nella New York del XX secolo.

Ci vorranno otto libri per portare a termine la missione: dopo un primo stop, dovuto a una specie di blocco dello scrittore, nel 1987 King pubblica La Chiamata dei Tre. Seguono: Terre Desolate, nel 1991, e La Sfera del Buio, nel 1997. Poi, per anni, più niente.

Credo di aver sempre saputo che ci sarebbe stato un tempo di finire”, ha scritto King, “che forse Dio mi avrebbe addirittura mandato un telegramma cantato all’ora prestabilita: Di-di-dum, di-di-dera: torna al lavoro, Stephen, finisci la Torre Nera. E in un certo senso è andata proprio così, sebbene a farmi riprendere non sia stato un telegramma cantato bensì un incontro ravvicinato con un minivan Plymouth”.

Il 19 giugno 1999, di pomeriggio, dopo aver accompagnato all’aeroporto il suo figlio più giovane, King si trova su una strada nel Maine occidentale, quando un minivan lo travolge. Trasportato in elicottero al Central Maine Medical Center di Lewiston, uscirà dall’ospedale tre settimane dopo.

Se il veicolo che quel giorno mi investì fosse stato un po’ più grosso, o se mi avesse centrato un po’ meglio”, ha scritto King, “io sarei diventato un caso da ‘Non fiori ma opere di bene. La famiglia King commossa ringrazia’. E la ricerca di Roland sarebbe rimasta per sempre incompiuta, almeno dalla mia penna”.

È l’idea di lasciare i suoi fan a bocca asciutta a smuoverlo. Il pensiero di quella vecchietta in punto di morte che gli ha scritto: “Lo dica solo a me come finisce. O di tanti altri fan che lo hanno supplicato di rivelare solo a loro “il segreto”.

Nel 2001 King riprende in mano la saga. Due anni dopo, esce I Lupi del Calla e poi, nel 2004, La Canzone di Susannah e La Torre Nera. Un ultimo libro, La leggenda del vento, uscirà nel 2012, ma è una sorta di spin-off collocabile fra il quarto e quinto volume della saga, la cui narrazione sarà poi completata anche da una lunga sequela di miniserie a fumetti.

Tutto questo spiega perché Stephen King consideri la serie della Torre Nera come la sua opera omnia, che ama tantissimo, tanto che parecchi riferimenti sono disseminati tra tutti i suoi libri, tra cui anche It e L’ombra dello scorpione. Lo stesso “uomo in nero” della Torre Nera è presente in molti suoi romanzi, dove viene chiamato con nomi che vanno dallo “Straniero Senza Età” al “Tizio che Cammina”, da Richard Fannin a Randall Flagg.

Una saga fantastica, ma complessa e di non facile lettura. Prima di lasciarsi coinvolgere, bisogna superare lo scoglio del primo volume, che è decisamente onirico e offre pochissime notizie sull’ambientazione. A partire dal terzo, però, è tutta magia. Ma di quelle che è impossibile trasferire su uno schermo.

Nel 2017 il film La Torre Nera con Idris Elba nei panni di Roland Deschain e Matthew McConaughey nei panni dell’uomo in nero deluse non poco i fan della saga. E, due anni fa, Amazon ha cancellato l’omonima serie tv dopo la realizzazione di un pilot in Croazia. Motivo: il racconto è troppo complesso, sarebbero servite almeno sette stagioni.

Mi ero proposto di raccontare soprattutto una storia che suscitasse meraviglia”, spiega King nel 2003, nell’introduzione alla riedizione dell’Ultimo cavaliere, “se sarete stregati dalla Torre Nera, almeno un po’, vorrà dire che sono riuscito nel mio lavoro, cominciato nel 1970 e in larga misura finito nel 2003. Tuttavia Roland sarebbe il primo a notare che questo periodo significa molto poco. In realtà, quando si parte alla ricerca della Torre Nera, il tempo non ha nessun valore”.