Luci e ombre nella pittura di Luigi Rossi

Ticinese, milanese e parigino. Il pittore Luigi Rossi, di cui nel 2023 si è ricordato il centenario della morte, era nato in Canton Ticino nel 1853 e nella sua opera aveva saputo unire diverse anime, a partire dalle sue origini e dalle città in cui ha vissuto e lavorato, Milano e Parigi.

Plenilunio

Alla Pinacoteca Züst di Rancate, che si trova nel mendrisiotto a pochi chilometri dal confine con l’Italia, fino al 25 febbraio si può visitare la mostra Luigi Rossi. Artista europeo tra realtà e simbolo, una raccolta molto ampia di tele ad olio, acquarelli e illustrazioni dell’artista.

La mostra è curata da Matteo Bianchi, pronipote dell’artista, in collaborazione con Mariangela Agliati Ruggia.

Pittore dell’infanzia

La luce è una dei protagonisti indiscussi delle opere di Rossi: il colore è funzionale alle ombre e ai chiaro scuri.

Che si tratti di un ritratto o di una scena en plain air, come quelle dei contadini al lavoro nei campi, i colori luminosi e le zone d’ombra sono sempre presenti e Luigi Rossi chiarisce sempre bene a chi guarda il quadro da dove arriva la fonte di luce del dipinto.

Come nel ritratto della nipotina, intitolato L’uva bianca del 1898: la bambina è ritratta mentre siede sotto a una vite e la mano del pittore evidenzia chiaramente i raggi del sole che oltrepassano le foglie e colorano l’abito, la pelle e l’erba.

L’infanzia è uno dei soggetti preferiti di Rossi, tanto che è stato definito il pittore dell’infanzia. Tra i quadri più belli sul tema esposti a Rancate c’è Genzianella, del 1908, dove ritrae la figlia Gina, lavorando su una serie di studi fotografici.

Genzianella

Il vestito bianco della bambina spicca sul verde della natura, mentre il viso è pensieroso e assorto. La semplicità e la spontaneità della quotidianità sono rese da Rossi nei suoi ritratti e nei passaggi delle montagne svizzere.

Dal realismo al simbolismo

Davanti ai due dipinti Miraggio e Rêves de Jeunesse lo spettatore deve aguzzare la vista: scoprirà sagome mimetizzate nell’acqua, come rivelato nel video finale dell’esposizione.

Questi quadri rappresentano alcune delle opere più importanti del passaggio al simbolismo del pittore ticinese, che popola i suoi nuovi quadri con figure ideali, con un gusto estetico che richiama lo stile Liberty, come si vede bene nel dipinto La donna dei fichi, del 1904.

Figure femminili vengono ritratte in momenti di attività, come le contadine del Canto dell’aurora (1910-1912), in cima ai pendii con le loro gerle, oppure in momento di riposo, sdraiate nei campi, mentre dormono, leggono o si godono il paesaggio.

Illustratore a Parigi

Tra i quadri esposti c’è un’anteprima assoluta, il ritratto di Alphonse Daudet, scrittore francese con cui Luigi Rossi strinse un sodalizio artistico per la realizzazione delle illustrazioni di alcune sue opere.

Ritratto di Alphonse Daude

Tra gli scrittori con cui collaborò a Parigi ci sono anche Victor Hugo per Notre-Dame de Paris e Pierre Loti per Madame Chrysanthème.

Gli originali delle prime edizioni illustrate da Luigi Rossi sono esposti alla mostra, insieme a illustrazioni dal gusto Liberty.

L’amicizia con altri pittori e scrittori è stata molto importante nella carriera del pittore ticinese, molto attivo anche nel campo della formazione. Ha infatti insegnato disegno all’Università Popolare Milanese e alle Scuole di Disegno del Canton Ticino.

Proprio nella sua terra d’origine trascorre gli ultimi anni, dove ora sorge a Tesserete una casa museo dedicata alla vita e all’opera dell’artista.