Pinocchio, un burattino per tutte le lingue

Se è vero che gli androidi di Philip K. Dick sognavano pecore elettriche, dev’essere altrettanto probabile che gli odierni esperti di marketing, nelle notti tormentate dalle classifiche di vendita, sognino di incontrare un Collodi sulla loro strada. La loro vita – almeno quella professionale – sarebbe infinitamente più facile. Se infatti il signor Lorenzini fosse vissuto ai nostri tempi, quelli delle fascette editoriali, la sua opera sarebbe stata esposta in vetrina abbracciata da una striscia giallo fluo con una scritta del tipo «Il titolo che vanta più traduzioni al mondo. Vietnamita, etiope ed esperanto compresi». Sempre ammesso che sapere che Pinocchio è stato tradotto in vietnamita possa convincere l’inconsapevole lettore ad acquistare una copia delle avventure del burattino e ad affrontarle nella versione originale.

Ma dietro l’ironia, c’è una ricerca molto seria.

È quella che Maremagnum.com, la prima piattaforma italiana per la ricerca di libri antichi e usati, ha commissionato a Noemi Veneziani, ricercatrice e bibliofila, per scoprire appunto Qual è il libro italiano più tradotto al mondo?.  E dopo un anno di lavoro è emerso che a guidare questa classifica c’è un terzetto di opere e autori disseminati nell’arco di un secolo: il Pinocchio, il Mondo piccolo di Giovannino Guareschi e Il nome della rosa di Umberto Eco.

La ricerca, consultabile gratuitamente sul sito e anche stampata in un libretto di sole 50 copie numerate, elenca tutte le versioni straniere ufficiali di questi tre titoli pubblicate nel corso degli anni. E la precisazione “ufficiale” è più che mai necessaria soprattutto per le avventure di Don Camillo e Peppone, che sono state spesso tradotte (anche se forse non in termini correttissimi) in lingue particolari da missionari sparsi in mezzo mondo su concessione dello stesso Guareschi.

Comunque, numeri alla mano, passa quasi un decennio tra l’edizione originale di Pinocchio (uscito a fascicoli sul Giornale dei bambini tra il 1891 e il 1893, quando esce anche in volume) e la prima traduzione, Story of a Puppet, or the Adventures of Pinocchio, ad opera di M.A. Murray e stampata a Londra. Ma da quel momento le versioni straniere si susseguono e oggi se ne contano 260 ad ogni latitudine: l’ultima, in ordine di tempo, è quella uscita nel 2009 in Bangladesh.

Per Mondo piccolo le traduzioni sono invece 59, tre nello stesso anno della prima edizione italiana, il 1948: in Francia, Giappone e Israele. E nel giro di soli 5 anni il libro è già pubblicato in 15 Paesi e via via si diffonde ovunque. O quasi. La traduzione russa delle scaramucce tra il parroco Don Camillo e il sindaco stalinista Peppone arriva solo nel 2019. Curioso. Anzi, no.

Infine, Il nome della rosa. Le traduzioni del capolavoro di Umberto Eco sono 51, ma colpisce che la prima – in anticipo su quella francese, tedesca e inglese – sia in lingua polacca, nello stesso anno dell’uscita italiana, il 1980. Ma il muro di Berlino non era ancora caduto. E se Don Camillo poteva non essere gradito oltrecortina, ciò che capitava nell’abbazia visitata da Guglielmo da Baskerville di sicuro lo era molto di più.