La prima volta nella “Terra di mezzo”

A Roma è arrivata la “Terra di mezzo”.

È alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la mostra di cui tutti parlano in questi giorni, in Italia.

A cinquant’anni dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, il museo romano ospita da questa settimana e fino all’11 febbraio 2024 la prima grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), mai fatta nel Paese.

Un ritratto di J. R. R. Tolkien

Tolkien. Uomo, Professore, Autore presenta ai tanti fan dello scrittore ma anche a chi lo conosce più superficialmente il processo creativo, le fondamenta culturali e il lavoro immaginifico che sta alla base de Il signore degli anelli.

Le parole da cui tutto ha avuto inizio …

In un buco nel terreno viveva uno Hobbit”: con queste parole Tolkien ha dato inizio alla straordinaria avventura di Bilbo Baggins e acceso scintille in tante (almeno cinque) generazioni di lettori, svelando la Terra di Mezzo e i suoi abitanti, ossia Hobbit ed Elfi, Nani e Uomini. Come raccontare, attraverso una mostra, questa incredibile avventura letteraria?

Middle Earth di Roger Garland

Ideata e promossa direttamente dal ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, la mostra è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia: Tolkien. Uomo, Professore, Autore è la più importante retrospettiva del suo genere per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte.

Immagini rare, manoscritti e autografi arrivano, tra gli altri, dall’Archivio Apostolico Vaticano, dall’Università di Reading, dall’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, dalla Tolkien Society.

Una mostra politica?

Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo italiano, ha sottolineato che l’ascendente di Tolkien su così tante generazioni di lettori risiede nella fascinazione generata dal suo immaginario: “Tra i suoi punti di forza c’è anzitutto la vitalità del racconto partorito dalla fantasia dell’autore, ma c’è anche l’acume introspettivo del professore, che in un originalissimo orizzonte insieme diede dignità alla fiaba e alla letteratura fantastica e infine c’è l’uomo, con la sua biografia capace, nella sua apparente ordinarietà, di ispirare e coinvolgere“.

Siamo allora davanti a una mostra politica (è ben nota la passione per Tolkien della premier Giorgia Meloni)? Gli organizzatori rigettano ogni etichetta.

La mostra è di tutti, dicono, e a cinquant’anni dalla morte del celebre scrittore si è scelto di metterlo finalmente al centro della scena come mai prima d’ora era stato fatto.

L’edizione de “Il signore degli anelli” del 1977

Per i tolkeniani di ferro che erano già stati a vedere le esposizioni fatte ad Oxford, a Parigi e anche a Milwaukee (questa, giusto lo scorso anno), la mostra alla Galleria Nazionale di Roma non si sofferma solo su alcuni aspetti delle opere letterarie (“la fiaba più lunga del mondo” è la definizione che si dà ai suoi lavori), ma racconta la vita di Tolkien, la sua attività di accademico di rara finezza, autore di studi e pubblicazioni considerati ancora oggi fondamentali per la comprensione della letteratura in inglese antico.

Dai manoscritti alle pellicole da Oscar

La prima parte del percorso è quindi filologico-biografica, con un focus significativo sulla vita e la produzione letteraria e accademica di Tolkien: tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia e fotografie emerge la sua complessità artistica e umana.

Poteva mancare una dichiarazione d’amore per l’Italia? Ovviamente no. In una sua lettera, esposta in mostra, si legge: “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo“.

Tra le teche si trovano anche fotografie, annotazioni e cimeli relativi ai suoi importanti viaggi, prima a Venezia e poi ad Assisi.

Infine, nella seconda parte del percorso, ampio spazio a video, disegni e animazioni: la fervida fantasia di Tolkien ha ispirato da sempre il mondo del cinema (su tutte le pellicole, impossibile da dimenticare la celeberrima trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson che, tra il 2002 e il 20024, si è aggiudicata ben 17 premi Oscar).